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Crisi. Longobardi (Unimpresa), situazione precipita e governo latitante

“Si è chiusa un’altra drammatica settimana per l’economia italiana: il calo della produzione industriale, l’aumento dell’inflazione e il crollo dei mercati finanziari visti ieri sono l’ennesima spia di una situazione insostenibile che sta precipitando. É un quadro da allarme rosso in cui ormai è chiaro che l’Esecutivo guidato dal professor Mario Monti è latitante”.
Il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi, attacca il Governo e non risparmia critiche anche al Parlamento: “Avevamo riposto fiducia in Monti e nella squadra di tecnici arrivati a palazzo Chigi, ma anche loro hanno dimostrato di non essere in grado di assicurare all’Italia le misure necessarie per agganciare la ripresa e uscire rapidamente da una pericolosissima recessione”.
“La pazienza delle imprese, e anche delle famiglie, è finita” spiega Longobardi che all’orizzonte intravede “quasi un clima da rivoluzione, perché il disagio sociale che si tasta con mano semplicemente passeggiando per strada può esplodere e sfociare in una protesta di massa incontrollabile”.
Di tutto questo “il Governo non si preoccupa affatto o, per lo meno, sottovaluta la questione”.
Entrando nel merito delle misure necessarie al Paese, Longobardi ricorda “il taglio della pressione fiscale che non arriverà lunedì al consiglio dei ministri” e “la necessita di ridurre la spesa pubblica con una drastica sforbiciata agli sprechi”.
Secondo Longobardi “il rigore non basta e va aggredito il debito pubblico: quella montagna da oltre 1.900 miliardi di euro è la vera zavorra dell’Italia e solo riducendola si riusciranno a liberare le risorse per lo sviluppo e la crescita”.
“Purtroppo non vedremo nulla di buono nei prossimi mesi: Governo e Parlamento sono ridicoli e i partiti ci prendono in giro a cominciare dai costi della politica” dice il numero uno di Unimpresa che pone un interrogativo: “Il tema della corruzione è intoccabile? Perché non si fa niente su quel fronte?”.
Secondo Longobardi “stiamo regalando il Paese alla criminalità organizzata che approfitta della crisi per mettere le mani in tutti i comparti dell’economia, arrivando a controllare migliaia di imprese”.

a cura del Servizio Ufficio Stampa Ago Press