Informazione e storiografia. Il caso Il Giornale-Mein Kampf

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Foto @theshowisyou

Consigli di lettura sull’ennesima, controversa e provocatoria iniziativa editoriale del quotidiano diretto da Sallusti

Al netto delle polemiche, in un Paese dove i settimanali più letti sono quelli di gossip, i programmi televisivi più visti i reality e i giochi a premio, le pellicole più gettonate i cinepanettoni, dubito che saranno in molti a correre in edicola a comprare, al costo di 11,90 euro (no, non è in omaggio) “Mein Kampf” di Adolf Hitler.
E chissà quanti lo faranno solo grazie al polverone sollevato dall’ennesima, controversa e provocatoria iniziativa editoriale del quotidiano diretto da Alessandro Sallusti.
Una tempesta di polemiche sollevata dalle comunità ebraiche, dall’ambasciata di Israele in Italia, e da numerosi rappresentanti del mondo delle istituzioni e della cultura, ripresa da agenzie e giornali internazionali, dal Washington Post al New York Times all’Abc News.
Non sono mancate ovviamente prese di posizione da parte di esponenti politici spesso motivate, più che da un sincero sdegno o da una condivisibile preoccupazione, dalla ghiotta occasione di visibilità in coincidenza con l’appuntamento elettorale dei ballottaggi.
Ad ogni modo il tema è complesso, e non può essere risolto con una generica invocazione di censura di un testo reperibile, con due click, in qualsiasi store online o anche gratuitamente se ci si accontenta di un nudo file pdf.
Al centro della questione c’è, piuttosto, la necessità ancora una volta disattesa dell’informazione, di accompagnare il pubblico ad una lettura critica di un testo che, senza adeguate spiegazioni, rischia non di allevare folle di neonazisti, ma di alimentare un non meno pericoloso senso di smarrimento di fronte al manifesto furioso e violento del nazionalsocialismo.
Per chi ha voglia di approfondire il dibattito, propongo qui sotto alcuni link.
L’intervento di Emanuela Consonni, direttrice del Centro Vidal Sassoon per lo Studio dell’Antisemitismo dell’Università ebraica di Gerusalemme, che giudica l’operazione de Il Giornale come la prova di un passato, quello nazifascista che in Italia non riesce a passare.
L’editoriale dello storico Francesco Perfetti, docente di Storia Contemporanea alla Luiss Guido Carli di Roma, curatore dell’edizione critica del testo in edicola, per il quale leggere quelle pagine è il vero antidoto alle tossine del nazionalsocialismo.
Ancora, il quesito aperto da Umberto Gentiloni, ex presidente dell’Irsifar, l’Istituto romano per la storia d’Italia dal fascismo alla Resistenza: settant’anni dopo, siamo pronti a leggere il Mein Kampf?
E, infine, l’intervista ad Andreas Wirsching, direttore dell’Institut für Zeitgeschichte di Monaco che lo scorso gennaio ha pubblicato in Germania la prima edizione critica del libro più tristemente famoso del Führer, “per disinnescarne il contenuto ideologico e demistificare Hitler inquadrando Mein Kampf in una cornice storico-scientifica”.

Luigi D'Alise

Giornalista professionista: scrivo, parlo, formo e informo per l'Ago Press. Slownauta apprendista: scatto, filmo, viaggio e assaggio per Slow Sud.

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