Reclog, l’app che fa parlare le foto

logo-reclogScopriamo le caratteristiche di un social, nato per dare voce alle immagini. Un progetto tutto italiano che dopo iOS pensa ora a conquistare anche gli utenti Android

C’è il globetrotter che fotografa luoghi, catturando i suoni circostanti. E chi realizza scatti di vita quotidiana, scegliendo la colonna sonora di quei momenti. Ma c’è anche chi ha trovato lavoro come doppiatore, grazie alle imitazioni di personaggi dei cartoni animati, registrate e poi fatte girare in rete.
Immagini, suoni, musica. E’ la community di Reclog, social media tutto italiano, che permette di fare una foto, registrare un audio e condividere il tutto su Twitter, Facebook, Google+. O inviarlo via email o sms ad una persona o ad un gruppo di destinatari.

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Grazie all’applicazione gratuita, ora disponibile per iOS, ma a breve anche per Android, è possibile scattare una foto o selezionarla dalla galleria fotografica personale e scegliere eventualmente uno dei 21 filtri disponibili. A questo punto partirà la registrazione audio, fino ad un massimo di 30 secondi. Il risultato è una take, come viene definito questo mix di foto e audio.

Anche su Reclog potrete esprimere il vostro apprezzamento per le take di altri, attraverso gli “applausi”, equivalenti dei like di Facebook. Si può lasciare un commento e diventare follower di qualcuno, come avviene su Twitter.
“Dimenticate la solita foto. Si tratta di un’esperienza emozionale completamente nuova. Immaginate di sfogliare uno dei vostri album fotografici, toccare una foto e ascoltare quello che stava accadendo mentre la scattavate. Meraviglioso vero? Questo è Reclog”.

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Biagio Teseo

Parole di Biagio Teseo e Giovanni Cantamessa, fondatori di Reclog. Siciliani, entrambi di Siracusa (“la terra di Archimede”, tengono a sottolineare), sono il primo un grafico, il secondo uno studente di economia aziendale. Dopo una lunga fase di progettazione, il successo del team arriva nel giugno del 2012, con la presentazione alla tappa catanese del Working Capital. Nell’estate dello stesso anno si uniscono al progetto Giuseppe Nucifora, sviluppatore iOS e Salvo Pappalardo, che ha progettato e costruito le Api su cui si basa Reclog. Tre mesi dopo, Reclog vince un grant di ricerca conferito dal programma Working Capital di Telecom Italia e viene avviato ufficialmente il make del progetto. A febbraio 2013 entra nella squadra anche Mario Nolassi, ricercatore presso l’Università di Catania e sviluppatore iOS.
L’applicazione, che ha oggi superato i 25mila download, viene utilizzata anche da Tim tra gli asset di comunicazione.

Giovanni Cantamessa

“Oggi si parla di big data, di traffico dati e di content creation – spiega Biagio Teseo all’Ago Press – Quello che gli utenti hanno in mano per generare nuovi contenuti sono il video e le foto, così come le conosciamo oggi. Noi abbiamo creato un nuovo media, un mix tra la foto e l’audio, un quantum leap per la comunicazione, sia personale che corporate”.
Ma perché utilizzare Reclog, piuttosto che girare un video con applicazioni come Vine, Instagram o lo stesso Youtube?

“Dai fratelli Lumiere siamo stati abituati a raccontare storie in movimento – risponde Teseo – Questo va bene ed è la forma più completa che abbiamo per narrare un fatto. Oggi la società è radicalmente cambiata, andiamo tutti di fretta, abbiamo troppe cose da raccontare, ogni minuto scopriamo qualcosa che vogliamo istantaneamente far sapere ai nostri amici, vuoi per vanità, vuoi per informare, ma tutto vicino a noi diventa una “notizia”. Qualunque video richiede dei tempi sia di creazione che di fruizione e se non è abbastanza lungo, alla fine, non racconta niente. Noi abbiamo inventato un nuovo media, un frammento audio descritto da una foto o anche semplicemente solo audio”.

E’ il caso di un concerto, ad esempio, dove non serve un video e quelli amatoriali non rendono il calore del pubblico, le voci dei cantanti, i suoni degli strumenti.

“Esatto. Con una foto-audio catturo l’emozione di quel determinato momento, il picco massimo di quello che sto provando e in un istante lo posso divulgare e coinvolgere i miei amici facendogli vivere a stessa esperienza – conclude Teseo – Se devo riassumere la differenza tra foto-audio e video dico che il video è come andare al cinema, ti siedi, qualcuno ha già previsto cosa farti vedere e come, il colore, i suoni, gli ambienti, le inquadrature, tutto già pensato da altri, dovete solo sedervi e godere dello spettacolo. La foto-audio è invece come un libro, lo leggi e inizi ad immaginare le scene, i colori, gli ambienti. Sei tu che viaggi con la tua fantasia, il libro ti da solo uno spunto”.

Poi, è la mente a fare il resto.

Luigi D'Alise

Giornalista professionista: scrivo, parlo, formo e informo per l'Ago Press. Slownauta apprendista: scatto, filmo, viaggio e assaggio per Slow Sud.

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