Bambini e media, la grande distrazione

L’antropologo Matteo Meschiari spiega il rapporto tra minori e tecnologie digitali

Nelle nuove generazioni, esposte sempre più precocemente alle tecnologie digitali e ai social media, il tasso di depressione e di suicidio è in forte aumento, dicono gli esperti.
Una analisi parziale, che demonizza il mezzo, distraendo l’attenzione dal vero problema.
Ne è convinto l’antropologo Matteo Meschiari, autore del saggio “Bambini”, edito da Armillaria, intervistato da Andrea Staid per la rivista il Tascabile.
Una società priva di un senso della comunità, disperatamente individualista, produttivista e, fondamentalmente, molto ignorante, è la vera responsabile dei suicidi tra i minori perché, prosegue l’antropologo, mostra di avere ben altre priorità: la sicurezza e non il benessere psicofisico, il consumo e non la cultura, la legge del più forte e non l’empatia.
Non è il cellulare che fa male, insomma, il problema sono i modi e i tempi di utilizzo, è il tipo di esempio che proviene dagli adulti, è l’incapacità di riconoscere il lato creativo della noia

(disegno di John Claudio Meschiari)

Luigi D'Alise

Giornalista professionista: scrivo, parlo, formo e informo per l'Ago Press. Slownauta apprendista: scatto, filmo, viaggio e assaggio per Slow Sud.

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